Giusi Arimatea

TEATRO

ALLA FACCIA VOSTRA

Poco adatto ai palati sopraffini, la commedia “Alla faccia vostra” di Pierre Chesnot si è limitata a strappare qualche sorriso a quel pubblico meno avvezzo alla sperimentazione e più incline al gradimento d’uno scialbo divertissement.
S’apre il sipario e l’opulenta scenografia fa tirare un sospiro di sollievo a chi non ha gradito, di recente, l’essenzialità sul palcoscenico di un Vittorio Emanuele che poche settimane fa ospitava l’universo pasoliniano affrescato da Latella nel dramma “Ma”. Una maniera diversissima di concepire il teatro, una dissimile cifra stilistica, uno sforzo dello spettatore differente richiesto nell’assimilazione di contenuti e nell’apprezzamento di forme.
Delude insomma Gianfranco Jannuzzo, alle prese con una scrittura slavata e con le chiose che seguivano battute già pallide di per sé. E delude perché non avrebbe potuto fare di meglio, se non sottrarsi a certa maldestra maniera di intendere il teatro.
Nulla che ci si aspettasse da Debora Caprioglio o che andasse oltre la dirompente presenza scenica, in termini di avvenenza.
Antonella Piccolo, Roberto D’Alessandro, Antonio Rampino, Erika Puddu e Antonio Fulfaro hanno farcito lo spettacolo, anche loro frustrati dalla regia e dall’adattamento di Patrick Rossi Gastaldi che non lasciano certo il segno.
In scena v’erano l’intrigo, l’equivoco, l’ipocrisia e la meschinità. E v’era la Roma bene dei giorni nostri, avida di denaro, arrivista e isterica. Peccato che un simile cocktail non fosse sorretto da un’impalcatura convincente, da quell’attenzione sul singolo che diventa indagine e poi assurge a metafora dell’umanità intera.
Un morto da piangere ringraziando il cielo di poter contare su un cospicuo patrimonio in eredità è circostanza che ben si presta a certa commedia. Tanto più se poi il morto resuscita e in un batter d’occhio falliscono le transizioni finanziarie degli eredi.
C’è da sperare che qualcuno si sia divertito. E se così fosse l’obiettivo di Gastaldi risulterebbe centrato. Da qui a un giudizio positivo dello spettacolo, tuttavia, ce ne vuole.

(da Tgme.it)

Lascia una risposta